Rinoplastica e Trattamento Dentale

La rinoplastica (chirurgia estetica del naso) e i trattamenti dentali, in particolare l’ortodonzia e la chirurgia mascellare, non possono essere considerati separatamente nella pianificazione estetica del viso. La relazione fondamentale tra questi due ambiti deriva dal fatto che l’osso mascellare superiore (mascella) costituisce la base anatomica su cui poggia il naso. Qualsiasi cambiamento nella posizione, larghezza o allineamento dei denti nella mascella influisce direttamente sulla postura, sulla proiezione e sull’equilibrio generale del naso nel viso. Per questo motivo un approccio estetico olistico valuta insieme l’armonia tra naso e sorriso. Raggiungere il risultato ideale richiede che queste due strutture siano in perfetta armonia tra loro.

Qual è la connessione anatomica tra il naso e la struttura della mascella?

Per comprendere la relazione tra naso e mascella possiamo utilizzare una semplice analogia: il nostro osso mascellare superiore (chiamato mascella in terminologia medica) è la base su cui poggia il naso. Proprio come la solidità e la forma di un edificio dipendono dalle sue fondamenta, la postura, la forma e il sostegno del naso dipendono ampiamente dall’osso mascellare sottostante.

Questa connessione non è solo teorica, ma completamente fisica. Il pavimento della cavità nasale — cioè la sua base inferiore — è formato dal palato, che è parte dell’osso mascellare superiore. Anche una parte significativa delle pareti laterali del naso corrisponde alle superfici interne di questo osso. Inoltre, la parte più inferiore e anteriore del “setto” — la parete osseo-cartilaginea che inizia tra le sopracciglia, scende fino alla punta del naso e divide il naso in due — si poggia su una piccola sporgenza ossea del mascellare superiore chiamata “spina nasale anteriore”. Questa sporgenza svolge un ruolo vitale nel sostegno e nella posizione della punta nasale. Pertanto, qualsiasi cambiamento nella posizione o nelle dimensioni del mascellare superiore influenzerà direttamente la piattaforma su cui poggia il naso.

Questa base ossea forma una rete ancora più complessa attraverso muscoli, vasi e nervi. Per esempio, alcuni muscoli mimici responsabili della forma del sorriso, dell’elevazione del labbro superiore o del movimento delle ali nasali originano direttamente dall’osso mascellare e si inseriscono nelle cartilagini nasali. Questo dimostra chiaramente come la posizione della mascella influenzi la mobilità della punta nasale e il suo aspetto durante il sorriso.

Dal punto di vista clinico, uno dei collegamenti più importanti è la stretta relazione tra i seni mascellari e i molari posteriori superiori. Il pavimento di queste cavità aeree (seni) situate all’interno della mascella corrisponde all’area in cui si trovano le radici dei molari superiori. Questa distanza è così ridotta che, nella maggior parte delle persone, esiste solo uno strato osseo molto sottile tra le radici dei denti e il pavimento del seno. A volte, le radici dentali si estendono addirittura direttamente nella cavità del seno. Questa vicinanza spiega perché un’infezione dentale in questa regione può causare sinusite o perché il seno può essere lesionato durante un’estrazione dentale o l’inserimento di un impianto. Pertanto, questa relazione anatomica deve essere valutata attentamente prima di qualsiasi intervento chirurgico nella zona.

In che modo le abitudini respiratorie e la struttura dentale si influenzano reciprocamente?

La relazione tra naso e mascella non è solo strutturale, ma anche funzionale. La medicina moderna considera l’intero tratto respiratorio — dal naso ai seni, fino ai polmoni — come un “sistema unificato”. La funzione principale di questo sistema è filtrare, riscaldare e umidificare l’aria inspirata prima che raggiunga i polmoni. L’efficacia di questa funzione dipende in gran parte dalla respirazione nasale.

Ma perché la respirazione nasale è così importante e cosa ha a che fare con la struttura dentale? La risposta risiede nello sviluppo del viso durante l’infanzia. Immaginiamo un bambino che non riesce a respirare comodamente attraverso il naso a causa di adenoidi ingrossate, gravi allergie o deviazione del setto, ed è quindi costretto a respirare costantemente con la bocca. Questo non è solo un comportamento abituale, ma avvia una reazione a catena che influisce negativamente sullo sviluppo dello scheletro facciale e mandibolare.

La respirazione orale cronica impedisce alla lingua di posizionarsi nel luogo corretto, cioè contro il palato, e la mantiene più in basso. Quando la lingua poggia sul palato, funge da stampo naturale che permette al mascellare superiore di allargarsi lateralmente. Privato di questo supporto, il mascellare si restringe, il palato si approfondisce e assume una forma alta e arcuata. Ciò riduce lo spazio disponibile per i denti e provoca affollamento dentale. Allo stesso tempo, la bocca costantemente aperta e lo squilibrio muscolare portano a un allungamento verticale del viso e a una retrusione della mandibola. Questo quadro è conosciuto come “facies adenoidea” e si caratterizza per un viso lungo, un mascellare superiore stretto e malocclusioni dentali (soprattutto morso aperto anteriore o morso crociato posteriore).

Questa relazione è bidirezionale. Un mascellare superiore strutturalmente stretto può ridurre il volume della cavità nasale, causando ostruzione nasale e costringendo la persona a respirare con la bocca. Si crea così un circolo vizioso: l’ostruzione nasale compromette lo sviluppo mandibolare, e la struttura mandibolare alterata peggiora ulteriormente l’ostruzione nasale. Per questo motivo, la diagnosi e il trattamento precoci dell’ostruzione nasale nei bambini sono fondamentali per prevenire futuri trattamenti ortodontici complessi o addirittura interventi chirurgici. Allo stesso modo, negli adulti è scientificamente dimostrato che gli interventi di chirurgia ortognatica che ampliano o avanzano il mascellare superiore migliorano significativamente la respirazione aumentando lo spazio della via aerea nasale.

Qual è l’importanza delle proporzioni tra naso, labbra e mascella nell’armonia del viso?

La bellezza del viso non dipende dalla perfezione di un singolo organo, ma dall’armonia tra tutte le sue componenti. A causa della sua posizione centrale, il naso è un elemento chiave di questo equilibrio. Tuttavia, la valutazione estetica del naso non può essere effettuata tenendo conto solo della sua forma. La relazione del naso con la fronte, le labbra e la mascella determina quanto il risultato apparirà naturale e armonioso. Queste relazioni vengono valutate utilizzando specifici angoli e proporzioni considerati ideali.

I più conosciuti includono:

  • Angolo nasofrontale: l’angolo nel punto in cui la fronte si unisce alla radice del naso. Se è troppo piatto o troppo profondo, influisce direttamente sul profilo.
  • Angolo nasolabiale: l’angolo formato tra la parte inferiore della punta del naso (columella) e il labbro superiore. È uno dei fattori più importanti che determinano l’aspetto rialzato o abbassato della punta del naso. I valori ideali differiscono tra uomini e donne: nelle donne si preferisce un angolo più ampio (punta più sollevata), mentre negli uomini un angolo più retto conferisce un aspetto più maschile.
  • Angolo nasofacciale: l’angolo formato dal dorso del naso rispetto al piano verticale del viso. Esprime il grado di proiezione o di appiattimento del naso.

Questi angoli e proporzioni dei tessuti molli riflettono in realtà la struttura scheletrica sottostante. Per esempio, in un individuo con mascella superiore e inferiore arretrate, il naso può apparire più grande e più prominente (profilo convesso). Al contrario, in un viso con una mascella più avanzata, il naso può sembrare più piatto o addirittura leggermente infossato (profilo concavo). Questo dimostra una verità fondamentale per la pianificazione chirurgica: non sempre si ottiene il risultato ideale riducendo o rimodellando la sola struttura nasale. A volte il vero problema è una mascella arretrata o eccessivamente avanzata e, finché questa non viene corretta, la percezione di squilibrio del viso può persistere nonostante una rinoplastica tecnicamente impeccabile. Per questo motivo un approccio completo, che includa se necessario una genioplastica (chirurgia della punta del mento) o una chirurgia ortognatica, garantisce risultati più armoniosi e duraturi.

Cosa comprende il processo di valutazione preoperatoria per un intervento di successo?

Oggi la valutazione preoperatoria della rinoplastica è un processo molto più completo che semplicemente scattare fotografie e discutere i cambiamenti desiderati. Questo processo include numerosi fattori — dalle aspettative e dallo stato psicologico del paziente ai problemi di salute sottostanti e alla struttura dentale e mandibolare — costituendo una sorta di percorso guida. L’obiettivo è eliminare il ruolo del caso nel risultato dell’intervento, prevedere tutti i potenziali rischi e garantire che il paziente sia preparato fisicamente e mentalmente.

Il primo e più importante passo è una comunicazione onesta e trasparente tra paziente e chirurgo. Le aspettative del paziente, le motivazioni e le ragioni del desiderio di cambiamento devono essere comprese a fondo. Il ruolo del chirurgo è spiegare chiaramente cosa è realisticamente possibile ottenere dal punto di vista chirurgico, i rischi potenziali e la realtà del processo di guarigione. Aspettative irrealistiche sono una delle principali cause di insoddisfazione postoperatoria, indipendentemente dalla qualità tecnica dell’intervento.

Un altro aspetto fondamentale è la valutazione funzionale. Il naso non è solo un organo estetico, ma principalmente un organo respiratorio. Prima dell’intervento è essenziale verificare la presenza di eventuali difficoltà respiratorie ed eseguire un esame dettagliato della cavità nasale. Se sono presenti deviazione del setto, ipertrofia dei turbinati o stenosi della valvola nasale, questi problemi devono essere corretti durante lo stesso intervento estetico. Ignorare un problema funzionale può peggiorare nel tempo la respirazione anche dopo un intervento esteticamente riuscito.

Quali problemi di salute devono essere valutati prima della rinoplastica?

Per garantire un intervento sicuro e una guarigione senza complicazioni, ogni paziente candidato alla rinoplastica deve essere valutato attentamente per alcuni problemi di salute specifici. Tra le condizioni più rilevanti che possono influenzare la pianificazione chirurgica vi sono:

  • Apnea ostruttiva del sonno (OSA)
  • Disturbo dismorfico corporeo (BDD)
  • Disturbi della coagulazione
  • Uso cronico di spray nasali

L’apnea del sonno è caratterizzata da ripetute interruzioni della respirazione durante il sonno e richiede precauzioni speciali per la gestione dell’anestesia. Pertanto, i pazienti che lamentano russamento o pause respiratorie durante il sonno devono essere valutati in questo senso. Il disturbo dismorfico corporeo è una condizione psicologica in cui la persona è eccessivamente preoccupata per un difetto inesistente o difficilmente percepibile dagli altri. Questa condizione può portare a insoddisfazione indipendentemente dal risultato chirurgico e deve essere considerata durante le valutazioni preoperatorie. Inoltre, l’uso di farmaci anticoagulanti o la presenza di disturbi della coagulazione possono aumentare il rischio di sanguinamento durante e dopo l’intervento, motivo per cui devono essere accuratamente valutati. Infine, l’uso prolungato e incontrollato di spray nasali vasocostrittori può causare danni permanenti alla mucosa nasale e influire negativamente sul processo di guarigione, per cui questa abitudine deve essere trattata prima dell’intervento.

Perché viene effettuato un esame dentale completo prima dell’intervento?

Nei pazienti che pianificano una rinoplastica insieme a una chirurgia della mascella, un esame approfondito dei denti e delle gengive non è una scelta, ma un obbligo. La ragione principale è minimizzare il rischio di infezione. La cavità orale ospita miliardi di batteri. Una carie non trattata, un ascesso dentale o una malattia parodontale avanzata costituiscono potenziali fonti di infezione.

Durante un intervento chirurgico maggiore al viso esiste il rischio che i batteri presenti nella bocca entrino nel flusso sanguigno (batteriemia). Questi batteri, trasportati dal sangue, possono raggiungere la zona chirurgica fresca e provocare un’infezione grave, la perdita di placche o impianti inseriti e persino il fallimento dell’intervento.

Per eliminare questi rischi, prima dell’operazione viene effettuato un esame dentale approfondito. Oltre alla valutazione clinica, ciò include generalmente radiografie dentali. Se viene individuato un focolaio di infezione attiva, questo deve essere trattato prima di procedere con l’intervento maggiore. Questo richiede una stretta collaborazione tra chirurgo e dentista e una pianificazione temporale accurata. Questo passaggio è fondamentale per garantire sia la salute generale del paziente sia il successo dell’intervento.

Quali tecnologie moderne di imaging vengono utilizzate nella pianificazione chirurgica?

Una delle più grandi rivoluzioni della chirurgia moderna è la possibilità di pianificare e simulare l’intervento in un ambiente virtuale prima ancora che il paziente entri in sala operatoria. Questo è particolarmente utile in regioni con anatomie tridimensionali complesse come il naso e la mascella, poiché aumenta la precisione e la prevedibilità dell’intervento. Le principali tecnologie utilizzate includono:

  • Tomografia computerizzata a fascio conico (CBCT)
  • Imaging 3D della superficie del viso
  • Scannerizzazione dentale digitale

La CBCT fornisce immagini tridimensionali estremamente dettagliate delle ossa del viso e del cranio con una dose di radiazione molto inferiore rispetto alla TC convenzionale. Ciò consente una valutazione precisa, al millimetro, di asimmetrie ossee, deformità, ampiezza delle vie respiratorie e aree per la posa di impianti. I sistemi di imaging della superficie 3D (come Vectra) creano una copia digitale — un “avatar” — del viso del paziente utilizzando telecamere speciali e senza radiazioni. Su questo modello digitale è possibile simulare i risultati di una rinoplastica o di una chirurgia della mascella. Tali simulazioni aiutano il paziente a sviluppare aspettative più realistiche e favoriscono la definizione di obiettivi estetici comuni con il chirurgo. La scansione dentale digitale, ottenuta tramite scanner intraorali, produce un modello 3D preciso dei denti e delle gengive. Combinata con i dati CBCT, permette la realizzazione di guide chirurgiche personalizzate particolarmente utili nella chirurgia della mascella. Queste guide aumentano la precisione dell’intervento garantendo che le sezioni ossee vengano eseguite esattamente nei punti pianificati. L’insieme di queste tecnologie crea una sorta di “gemello digitale” del paziente, consentendo una pianificazione chirurgica estremamente dettagliata.

Come deve essere programmato il momento tra rinoplastica e chirurgia della mascella?

Per un paziente che necessita sia di rinoplastica sia di chirurgia della mascella, una delle domande principali è: le due procedure devono essere eseguite insieme o in momenti separati? La decisione richiede un equilibrio tra il comfort del paziente e l’ottenimento del miglior risultato estetico e funzionale possibile.

Eseguire entrambe le procedure contemporaneamente offre diversi vantaggi: un’unica anestesia, un unico periodo di guarigione e un costo totale inferiore. Tuttavia, dal punto di vista chirurgico, la situazione è più complessa. La chirurgia del mascellare superiore (osteotomia Le Fort I) modifica la base su cui poggia il naso e provoca un gonfiore significativo. Questo gonfiore può rendere difficili gli aggiustamenti millimetrici necessari durante la rinoplastica, riducendo la prevedibilità del risultato.

Pertanto, la decisione viene presa sulla base di criteri chirurgici specifici. L’obiettivo è combinare il desiderio del paziente con il miglior risultato estetico e funzionale ottenibile.

In quali casi è appropriato combinare gli interventi al naso e alla mascella?

Eseguire entrambe le operazioni nella stessa sessione è appropriato quando il risultato della rinoplastica può rimanere prevedibile. Queste situazioni comprendono:

  • Movimento minimo del mascellare superiore
  • Intervento limitato alla mandibola inferiore
  • Correzione di cambiamenti causati dalla chirurgia mandibolare
  • Correzione di deformità nasali preesistenti

Il criterio più importante, supportato da evidenze scientifiche, è l’entità del movimento del mascellare superiore. Se la mascella viene avanzata di meno di 4–5 mm o sollevata di meno di 2 mm, si tratta di un movimento minimo che non provoca alterazioni significative nella base del naso né un gonfiore eccessivo. In questi casi, la rinoplastica può essere eseguita in sicurezza nella stessa sessione. Se l’intervento riguarda solo la mandibola inferiore, non influisce sulla base del naso, quindi può essere tranquillamente combinato con la rinoplastica. A volte, la rinoplastica serve proprio a correggere cambiamenti estetici indesiderati causati dalla chirurgia mandibolare, come l’ampliamento delle narici dopo l’avanzamento mascellare.

Quando è necessario eseguire gli interventi separatamente?

Se l’intervento sulla mascella presenta un alto rischio di compromettere il risultato della rinoplastica, la scelta più sicura è eseguire le due procedure separatamente. Le condizioni che richiedono questa decisione includono:

  • Movimento significativo del mascellare superiore
  • Necessità di attendere la guarigione dei tessuti molli

Grandi movimenti scheletrici — come avanzare il mascellare superiore di oltre 4–5 mm o sollevarlo di più di 2 mm — modificano in modo significativo la base nasale e provocano un gonfiore prolungato. In queste condizioni diventa quasi impossibile eseguire una rinoplastica precisa e ottenere un risultato simmetrico e naturale. In questi casi, si esegue prima la chirurgia della mascella, poi si attende che il gonfiore si risolva completamente e che i tessuti si adattino alla nuova struttura. Gli studi scientifici indicano un periodo medio di attesa di circa 7 mesi (circa 208 giorni). Al termine di questo periodo, la rinoplastica può essere eseguita su una base stabile e prevedibile, garantendo risultati migliori. Questo approccio privilegia la perfezione estetica rispetto al comfort immediato.

Quali tecniche chirurgiche speciali vengono utilizzate negli interventi combinati?

Quando rinoplastica e chirurgia della mascella vengono eseguite insieme, il chirurgo deve affrontare le difficoltà tecniche ma anche sfruttare opportunità uniche offerte da questa combinazione. Non si tratta di due interventi separati, ma di manovre integrate che si completano reciprocamente. Alcune tecniche utilizzate includono:

  • Accesso alla base nasale tramite osteotomia Le Fort I
  • Cambio della posizione del tubo di anestesia
  • Sutura alare (Alar Cinch) per controllare l’allargamento delle narici
  • Chiusura V-Y per estetica del labbro e delle gengive
  • Rimodellamento del setto nasale

Durante l’osteotomia Le Fort I, l’osso mascellare viene separato e abbassato, offrendo una visuale eccezionale e un accesso diretto alla base nasale, alla parte inferiore del setto e all’ingresso della cavità nasale. Ciò permette di correggere deviazioni del setto o prelevare innesti cartilaginei senza incisioni aggiuntive. Una delle sfide tecniche principali è la gestione del tubo di intubazione. Per la chirurgia della mascella è preferibile l’intubazione nasale, mentre per la rinoplastica è preferibile quella orale. Per risolvere il problema, al termine della chirurgia mandibolare il tubo nasale viene rapidamente sostituito con uno orale in coordinazione con l’équipe anestesiologica. Il movimento del mascellare tende ad allargare le narici: per prevenire ciò si applica la sutura “Alar Cinch”. Nei casi di sorriso gengivale, la chiusura V-Y aiuta ad allungare leggermente il labbro superiore. Infine, quando il mascellare superiore viene sollevato, il bordo inferiore del setto deve essere accorciato per evitare pieghe che potrebbero causare difficoltà respiratorie.

Come si coordina il trattamento ortodontico (apparecchio dentale) con la rinoplastica?

Per i pazienti che stanno effettuando o prevedono un trattamento ortodontico, la tempistica della rinoplastica è importante. Se l’apparecchio viene utilizzato solo per correggere lievi malposizioni dentarie senza modificare significativamente il profilo facciale, la rinoplastica può essere eseguita anche mentre l’apparecchio è ancora presente.

Tuttavia, se il trattamento ortodontico mira a modificare in modo significativo la posizione della mascella superiore o inferiore — ad esempio per correggere una grave malocclusione — ciò influenzerà il profilo del viso e il supporto dei tessuti molli. In tali casi, eseguire una rinoplastica prima che si stabilizzi il nuovo equilibrio scheletrico è come dipingere un quadro su una tela la cui forma finale non è ancora definita. Per questo motivo, nei trattamenti che alterano il profilo, è meglio attendere la fine dell’ortodonzia prima di pianificare la rinoplastica.

Se la rinoplastica è stata eseguita per prima, si consiglia generalmente di attendere circa 6–8 settimane prima di iniziare un trattamento ortodontico, affinché il gonfiore iniziale diminuisca e i tessuti si stabilizzino.

In che modo la presenza di un impianto dentale nel mascellare superiore influisce sulla pianificazione della rinoplastica?

In un paziente con impianti dentali nel mascellare superiore — soprattutto nella regione anteriore — è fondamentale valutare la posizione degli impianti durante la pianificazione della rinoplastica. L’apice degli impianti può trovarsi molto vicino al pavimento nasale o addirittura estendersi verso la base del naso. La rinoplastica in sé non danneggia solitamente impianti stabili e ben osteointegrati. Tuttavia, se durante l’intervento è necessario effettuare operazioni nella zona della base del naso o della parte anteriore del mascellare (ad esempio per posizionare innesti di supporto della punta), è essenziale conoscere l’esatta posizione degli impianti. Per questo motivo è fondamentale una CBCT preoperatoria per mappare la relazione tra gli impianti e le strutture nasali.

Al contrario, se un paziente che pianifica una rinoplastica necessita anche di un intervento di “sinus lift” (rialzo del seno mascellare) a causa di carenza ossea per l’inserimento di un impianto, è necessario lasciare un adeguato tempo di guarigione tra le due procedure. Il sinus lift può causare temporanei gonfiori e reazioni nei tessuti nasali e sinusali. Pertanto, dopo questi interventi dentali maggiori, si consiglia di attendere generalmente da 4 a 9 mesi affinché i tessuti guariscano completamente prima di programmare la rinoplastica.

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